STORIE DI DONNE. ANNA. Sottotitolo: L’amore è una padella antiaderente.

ANNA è l’amica di cui tutti avremmo bisogno. È la voce della mia coscienza. Con una soluzione sempre adeguatata in tasca. Sempre adeguatamente inutile. Lei lo sa, io pure. Il suo ruolo, però, è fondamentale. Mi fa ridere. Conia aforismi inutili. Inutili e divertenti.
Tipo. “Non ti devi preoccupare dell’amore, l’amore è come una padella antiaderente. Ce la compriamo tutte perché sembra indispensabile. Poi, ci facciamo la frittata”.
Ecco, ANNA è così. Ha un altro paio di difetti adorabili e due figli. Uno in piena adolescenza e una di pochi mesi. È la tipica donna ossessiva-compulsiva: a settembre arriva con 25 volantini che ha trovato sul parabrezza dell’auto, si vuole iscrivere al corso di tango, cucina e cucito. Mi dice che quest’anno è motivata, che non vuole più fare la mamma a tempo pieno, che si sente “artista dentro” e quindi riesce a organizzarsi pittura su tela tra una poppata e l’altra. Che, poi, così si tiene lontana da casa con una buona scusa. Dopo il terzo caffè (è anche una caffeinomane), i volantini li butta nel mio cestino e torna a occuparsi delle poppate e della casa.
ANNA è l’amica-amica. Quella a cui ho tenuto la testa mentre vomitava e che mi ha tenuto testa e cuore quando a vomitare era la mia anima. Quella che ai figli insegna a non dire le parolacce come “ti odio”.
“Non avevi deciso di passare al biberon?”
Lei si riallaccia la camicetta mentre raschia lo zucchero dal fondo della tazzina.
“Ti prego, possiamo fare finta che io abbia una vita al di fuori delle poppate e dei pannolini? Ho appena lasciato quelle esaltate delle mammesotuttoiofacciotuttoio al nido. Cosa fa la gente normale? – addenta un biscotto e mi guarda con aria interrogativa – esistono ancora i cinema? Che taglio va quest’anno?”
Poi mi punta un dito contro: “L’ho detto a Marco, venerdì sera esco con le mie amiche”.
Mi prende una mano.
“Come stai tu?”
“Guarda… non saprei definirlo – mi prendo un biscotto anch’io e la guardo, ferma – scon-quas-sata”. Scandisco bene le sillabe.
Lei mi dice seria quella cosa della padella antiaderente.
Silenzio.

Ci guardiamo e una risata potente riempire la stanza. Scoppiamo a ridere come bambine, sputazzando briciole dappertutto.

Tu seria proprio non ci sai stare, eh Anna?”

La guardo e penso… che me ne faccio degli uomini quando ho un’amica come te?
(…continua…)

Autore: lauracavalloblog

Avvocato per la pagnotta. Cinica e stronza per vocazione. Originaria della Puglia. Mi piace leggere e cantare. In una delle due non sono molto brava. Vivo a Torino, da sempre. Le mie radici sono un innesto tra i fioroni e la bagna caouda. Torino la amo e la odio.